E se ne andò di nuovo.
Dopo tutte quelle telefonate e quei discorsi sul fatto di riparlarne
quando sarebbe tornato a casa per quei pochi giorni di Natale.
E avrebbe dovuto fare tutto da sola. Di nuovo. Ma d'altronde se lo aspettava, era sempre stato così fin dai tempi delle medie, quando aveva
iniziato ad allontanarsi da sua madre. Aveva sempre dovuto affrontare le sue
paure da sola, tenendosi tutto dentro, senza poter condividere con qualcuno le
proprie emozioni.
Il giorno dell’esame, il primo giorno delle superiori, gli
atti di bullismo, il cambio nella nuova scuola.
Il suo crescente stato di hikikomori.
Ma quell'estate di colpo qualcosa cambiò. E da un giorno all'altro si guardò allo specchio e vide qualcosa di incredibile, qualcosa che non
avrebbe mai immaginato di poter vedere: una bella ragazza.
Ed era bastato davvero poco. O meglio, è quello che pensò in
un primo momento. In realtà, inconsciamente aveva già progettato ogni cosa, e
senza neanche accorgersi tutto aveva iniziato ad andare per il verso giusto.
Anche se ancora non ci crede del tutto, non è ancora
abbastanza, pensa. L’ossessione di guardare il proprio riflesso continuamente e
ovunque, per accertarsi che quella ragazza abbastanza carina sia effettivamente
lei. Non ne è ancora convinta, ha paura di crederci. Eppure qualcosa negli
sguardi della gente sembra essere effettivamente cambiato. Non riesce a
comprendere se è davvero così, ha il timore di aver creato solo un illusione. Un
po’ come succede con i suoi disegni. Ad un primo sguardo le sembrano
spettacolari eppure basta osservarli di nuovo qualche giorno dopo per
accorgersi che in realtà il soggetto è sproporzionato, le linee non sono in
armonia, le sfumature non sono al posto giusto. Niente è come se lo immaginava,
come se pochi giorni prima avesse creato qualcosa del tutto differente. Non era
affatto lo stesso disegno.
Non era affatto lei quella ragazza carina. Forse lo era
stata quei giorni d’estate. Ma adesso non si trovava più così bella.
Allora quel giorno decise di guardare gli album di
fotografia di famiglia. Scoprì tante cose che quasi la fecero piangere. Le passarono
mille pensieri per la testa che avrebbe tanto voluto buttare giù su un foglio
bianco. Ma sapeva che era troppo difficile per lei. Con il passare degli anni
si accorse della sua incapacità di trasformare i propri pensieri in frasi di
senso compiuto. Le idee erano proprio lì, nella sua testa, eppure non ce la
faceva. Non ci riusciva davvero. Ancora di più si sentiva oppressa da tutte
quelle parole che si ammassavano nella sua mente senza avere la possibilità di
uscire e lasciare un po’ di respiro ai suoi pensieri.
Eppure ci provò lo stesso.
Aveva da poco finito di leggere un libro dalla stesura per
lei complicata e troppo impegnativa che però la affascinava. Così ci provò e in
effetti qualcosa riuscì davvero a scrivere. E per ora sembra che stia andando
tutto bene. Non è ancora tornata indietro a rileggere ciò che ha scritto perché
sono tante le cose di cui vuole parlare e ha paura di lasciarsi sfuggire
qualcosa. Ma sente che questa volta è andata diversamente. Forse è venuto fuori
qualcosa di veramente sensato! Sarebbe la prima volta dopo tanto tempo.
Si ricorda che fin da piccola le piaceva scrivere.
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