Quello che mi è successo mi ha sconvolto. Mi ha fatto davvero male.
Stavo tornando da scuola e passai come al solito vicino ai tavolini di uno dei tanti bar. E la vidi. Seduta al tavolino. La mia peggior nemica, in splendida forma.
La fissai senza fermarmi per accertarmi che fosse lei, rallentando il passo per poi riaccelerare di colpo più velocemente. Disperazione.
Sentii un dolore atroce dentro lo stomaco. Le lacrime umidirono i miei occhi rischiando di fuoriuscire.
La conobbi tre anni fa. Me la presentò D. La chiamavano tutti La Manga perchè era una strafissata del Giappone e dei manga (in particolar modo di Gundam).
Mi piacque subito.
Era un anno più giovane di me, una ragazza mingherlina, capelli corti meshati e occhiali. Un po' sfigatella, insomma, come lo ero io a quei tempi. Frequentava l'indirizzo grafico della mia scuola. Già per questo la invidiavo, perchè è l'indirizzo che avrei tanto voluto fare, ma a causa del bullismo non ho avuto il coraggio di affrontare una nuova classe e mi sono rifugiata in quella turistica di mia cugina, la quale mi assicurava che non c'erano pericoli. E così è stato, mi ci sono trovata molto bene.
Ma non era il grafico, maledizione.
Mi piaceva il fatto che un po' mi assomigliasse. Desideravo tanto diventare sua amica, avevamo molte cose in comune. Ma questo lei non lo sapeva. Non ho mai avuto il coraggio di parlare per entrare in intimità con lei. Quanto mi pentii di questo, ma non poteva andare diversamente, visto che ero appena uscita da una situazione devastante e la mia autostima era a zero. Figurarsi se ne avrei avuto il coraggio, era già tanto se riuscivo a mettere piede di nuovo fuori casa.
Ma ciò che le invidiavo di più era quel suo essere otaku. Credo che fosse dovuto più a ingenuità che ad un vero e proprio coraggio di farsi vedere per ciò che era realmente. Comunque, lei non si vergognava di passare la ricreazione leggendo in bella vista un manga, disegnando continuamente manga, parlando sempre di manga senza curarsi del fatto che agli altri non gliene fregasse proprio nulla, anzi, la prendevano pure per il culo.

Lei era brava. Era brava davvero! Tanto che pensai lo fosse più di me (ed era pure più giovane!). Così iniziai ad essere davvero invidiosa. La fine dell'anno pubblicò addirittura nel giornalino scolastico una piccola storia manga sci-fi. Così decisi che sarebbe stata la mia nemica, ma in senso buono. Non la odiavo, semplicemente la usavo come stimolo per impegnarmi di più. Un giorno mi disse che lei disegnava sempre per allenarsi, ogni giorno. Io no. Così mi misi anche io a disegnare ogni volta che mi era possibile.
Ero sinceramente felice di questa nostra piccola "amicizia". Poi però la classe di D venne divisa e La Manga non era più in classe con lei. Perciò, la vedevo solo girare per i corridoi con la pizza in mano mentre rientrava di fretta in classe. La guardavo con grande invidia.
Ora non avevo più un pretesto per andare a parlarle e spiare i suoi disegni. Quanto avrei voluto rivolgerle ancora la parola! Lei non seppe mai che dentro di me si nascondeva un'altra sua simile, una piccola otaku spaventata.
Tutto poi è finito quest'anno. Sono stata spostata nell'altra sede e da quel momento non l'ho più vista. Fino a giovedì 9 maggio 2013.
E fu come un getto di acqua di gelida versatami a tradimento.
Infatti non era più la sfigatella che si vestiva così-così, con gli occhiali e i capelli corti. No.
Era seduta al tavolo con un ragazzo e una ragazza tutta tirata che non riconobbi. Ma lei sì, nonostante fosse così cambiata.
L'avrei riconosciuta tra mille. D'altronde lei è la mia nemica numero uno.
Non indossava più gli occhiali, si era tinta i capelli, divenuti più lunghi tenuti da un'acconciatura molto manga con la frangetta. Trucco pesante, vestiti molto belli.
Era proprio carina.
E la guardai con gli occhi sbarrati e una fitta allo stomaco, come se mi avessero pugnalato.
Dio, quanto mi fece male!
Un'invidia tremenda mi assalì di colpo. E subito la mia immaginazione partì in quarta pensando che magari quel ragazzo seduto con lei fosse il suo fidanzato e questo mi fece andare ancora di più fuori di testa.
Lei... mi aveva superata. Di nuovo. Anche io non ero più la stessa, ma la mia trasformazione non si è ancora conclusa. La sua invece sì.
Lei è sempre stata un passo più avanti di me.
Tornai a casa di pessimo umore. Ero davvero depressa.
Che... che cavolo.
La Manga... aveva calcolato forse tutto, come me? Possibile che lei abbia attuato un piano come il mio? Tra l'altro un piano migliore...?
No, non posso crederci. Non può essere andata così. Io ho calcolato tutto, ho usato la testa. Lei no.
Purtroppo non mi passò per la testa la tecnica delle "persone che sono sono solo frutto della mia immaginazione". E fu un male perchè restai di malumore per tutto il giorno.
Guardai il suo profilo su facebook e mi tirai su di morale. Realizzai che tutte le fantasie che in un primo momento mi ero fatta erano sbagliate. Mi sentii subito meglio.
Io me la cavo a disegnare però so anche usare MMD. E MMD è grandioso. Lei invece non lo sa fare.
Forse sono ancora in testa.
Così mi ritrovai a pensare che lei si fosse montata la testa per questo suo nuovo look e avesse quasi abbandonato il suo sogno perchè ormai troppo impegnata a farsi una vita sociale (come molto spesso accade a tutte le donne di questo mondo quando dicono di aver trovato "l'amore").
Purtroppo so benissimo che non è così. Ho capito che dentro non è cambiata.
Proprio come me.
...Accidenti, lei mi piace davvero!
E allora ho deciso. Mi metterò le lenti a contatto e mi presenterò da un parrucchiere ordinandogli di farmi un'acconciatura stile Gumi Megpoid con le punte colorate di rosa fluo.
Tutto entro la fine di questo mese. Voglio andare in giro e sentire gli occhi di tutti addosso. Voglio sentire la gente bisbigliare al mio passaggio, ridacchiare, sfottermi per il mio essere Japan Girl. Così alimenterò la forza per andare avanti e voglio che si sappia che a Belluno c'è una ragazza stramba del tutto fuori di testa che va in giro pensando di essere il centro del mondo. Quella ragazza che sogna di conquistarlo (o almeno, il Giappone).
Per una volta nella mia vita vorrei stare al centro dell'attenzione, qualsiasi tipo di attenzione. E vorrei che mi piacesse da matti. Vorrei entrare in classe e sentire i miei compagni esclamare: "Ma che cazz...?!"
Sta quindi per completarsi la mia trasformazione. Sta per compiersi un'altra parte del mio destino. Sono già in trepidazione. La lotta continua e sta volta sarò io a vincere.
Penso che anche lei frequenterà la scuola di Padova. Così ci ritroveremo di nuovo e io finalmente potrò rimediare all'errore che feci 4 anni fa: finalmente potrò conoscerla davvero e diventare sua amica, vincendo la battaglia. Vorrei che guardandomi, fosse lei a provare invidia per me.
Succederà, ne sono certa perchè io darò il massimo. E quando mi metto in testa una cosa non mi ferma nessuno.
Adesso posso finalmente dire con orgoglio che sono più forte.
Forse qualcosa dentro di me sta davvero cambiando. La sento, è una vibrazione della mia anima che mi dice continuamente "Vai avanti!".